venerdì 2 agosto 2013

Nuovi inizi

Nell’ultima conferenza nazionale di Sinistra Critica si sono confrontate, e alla fine sostanzialmente eguagliate, due posizioni politiche e strategiche tra loro alternative. Il lavoro degli ultimi sei mesi non ha prodotto significativi passi avanti nella convergenza tra quelle impostazioni che affrontano diversamente nodi analitici e teorici rilevanti e soprattutto si danno progetti di lavoro politico e strumenti di intervento differenti. Questa difficoltà la viviamo come una nostra debolezza inserita però nella più ampia crisi sociale e politica italiana ed europea. Le forze della sinistra anticapitalista conoscono quasi ovunque una difficoltà materiale e di strategia politica. Le condizioni obiettive dettate dalla crisi e da quella “lotta di classe” al contrario che i poteri dominanti stanno conducendo da diversi decenni, dovrebbero offrire un terreno privilegiato a forze orientate verso la trasformazione sociale. Ma la realtà materiale indica che non è così: in Francia, in Germania, in Gran Bretagna e in Italia, ad affermarsi è la difficoltà, la scomposizione delle forze ed anche la crisi Sinistra Critica ha rappresentato un progetto politico che, nel quadro dell’esperienza di Rifondazione comunista, ha puntato ad amalgamare la necessaria rifondazione del pensiero e della pratica marxiste con le energie rese disponibili dai nuovi movimenti sociali e politici. In questo senso ha trovato ispirazione e progetto politico nelle vertenze sociali, nella vita e nelle vicende del movimento operaio, nei movimenti anti-globalizzazione e per la pace, nel nuovo femminismo e nelle lotte dei movimenti lgbt. Sempre tenendo fermo un orientamento finalizzato alla ricostruzione di una soggettività e di una organizzazione politica anticapitalista, internazionalista, femminista, ecologista. Questo progetto si è dipanato nel corso degli anni 90 e 2000, nella battaglia politica interna al Prc contro le derive governiste di quel partito, rese evidenti, in particolar modo, con il secondo governo Prodi. Abbiamo cercato di indicare una via d’uscita all’impasse della sinistra, alternativa a quella proposta da Fausto Bertinotti e dal gruppo dirigente di Rifondazione. Quella battaglia, in termini di consenso, non ha avuto l’esito sperato. Ma i vincitori di quella contesa hanno ottenuto una vittoria di Pirro che presto si è trasformata nella disfatta del partito e risultano tra i principali responsabili della scomparsa della sinistra politica dal panorama italiano. Restiamo convinti che l’esperienza condotta negli anni, o decenni, trascorsi alle nostre spalle, sia stata giusta. E’ stato giusto contestare in radice la cultura politica dominante della sinistra italiana, derivante dal riformismo togliattiano e dalla vocazione al compromesso sociale. E’ stato giusto denunciare il ruolo nefasto che lo stalinismo ha avuto nella storia del movimento operaio internazionale, battendosi per recuperare “la memoria dei vinti”, le giuste battaglie storiche degli oppositori alla Terza Internazionale. E’ stato giusto lavorare per il rinnovamento culturale del marxismo, recuperando le teorie migliori e la freschezza dell’apparato critico dello stesso Marx contro ogni tentazione di ossificazione. E’ stato giusto battersi contro gli apparati burocratici del movimento operaio, in campo politico e sindacale, rivendicando l’autorganizzazione e il protagonismo operaio come unico viatico per una effettiva emancipazione. E’ stato giusto recuperare il pensiero ecologista come punto nevralgico di un’identità per la nuova sinistra. Rivendichiamo, in particolare, lo sforzo costante di coniugare, nella nostra concezione della sinistra anticapitalista, il femminismo con il marxismo critico e di fare del protagonismo delle donne un passaggio ineludibile per qualsiasi progetto di trasformazione. E’ stato giusto mantenere la rotta su un progetto di trasformazione rivoluzionaria e socialista della realtà esistente. Tutto questo non ha impedito anche al nostro progetto di segnare il passo. Non siamo riusciti a costruire una alternativa forte e credibile alla deriva della sinistra italiana e, nel momento in cui si sono verificati grandi sommovimenti internazionali (la crisi) e modificazioni profonde nel corpo vivo della sinistra politica – si pensi alla crisi del Pd, dopo quella di Rifondazione – abbiamo iniziato a maturare, al nostro interno, analisi e progetti diversi per rispondere alla crisi. La nostra ultima conferenza ci ha consegnato un’organizzazione sostanzialmente divisa a metà su due progetti la cui alternatività si è mostrata evidente con il passare del tempo. La politica, del resto, non può essere confinata alla sola analisi e alla condivisione degli orizzonti di fondo. Se fosse così non esisterebbero, e non sarebbero esistite, scissioni, divisioni, divaricazioni inconciliabili. A questo punto avremmo potuto dare vita a una classica contesa, strappandoci reciprocamente consensi, in un faticoso lavoro di interdizione simultanea. Avremmo potuto anche nascondere le nostre divergenze e “fare finta” che non fosse successo nulla dando vita, di fatto, a due correnti separate. Abbiamo preferito spiegare la nostra situazione, renderla esplicita e trasparente con la presunzione di offrire un altro modo di affrontare la crisi della sinistra. Con questa lettera noi dichiariamo chiusa l’esperienza politica di Sinistra Critica che quindi da oggi non esisterà più nel nome e nella simbologia. Ma il collettivo militante che questa organizzazione ha rappresentato non si ritira dalle battaglie politiche e sociali: dalle sue “ceneri” nascono altre storie, anzi già operano iniziative e attività articolate e complesse. I suoi e le sue militanti daranno vita, infatti, a progetti diversi, uno che propone una organizzazione politica più che mai orientata a un forte radicamento di classe, l’altro intenzionato a intraprendere, in un’ottica di classe, la strada della promiscuità tra “politico” e “sociale” che cominceranno a vivere pubblicamente nelle prossime settimane e nel mese di settembre. Abbiamo pensato che invece di dare vita a scontri e recriminazioni fosse più giusto e utile, anche per rispetto alla nostra storia comune, condividere il momento della separazione, rispettando l’impegno di tanti e tante militanti. Speriamo che i due progetti politici che scaturiranno dalla nostra esperienza restino complementari tra loro anche se distinti. Non sappiamo se ci riusciremo ma questa è la nostra intenzione. Anche per questo abbiamo deciso di garantirci per il futuro uno spirito fraterno dividendo con un accordo comune espresso in uno specifico testo scritto le poche risorse esistenti e garantendo a ciascuno l’operatività politica organizzativa. In questo nuovo quadro politico organizzativo, insieme ribadiamo, la comune adesione al dibattito, al patrimonio e al progetto politico della corrente Quarta internazionale così come si è andata evolvendo nel tempo e come oggi si presenta nelle sue articolazioni internazionali: dal progetto del Nuovo partito anticapitalista francese, al dibattito latinoamericano fino alle nuove esperienze asiatiche. Un riferimento non dogmatico ma politico, culturale e “in progress”. Il coordinamento nazionale

venerdì 5 luglio 2013

Lune Rosse d'estate

Torino, una prima forte risposta al licenziamento di Larobina

di Adriano Alessandria

Martedì la Kuehne Nagel, l’azienda ex ricambi Iveco- ha proceduto al licenziamento di Pino Larobina, operaio, rappresentante sindacale, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, nonché dirigente del Sindacato unitario di base (USB) . Non vi erano dubbi che questo sarebbe stato l’epilogo della sospensione cautelare scattata la settimana prima.
Ma ieri (mercoledì 3) la risposta dei lavoratori è stata immediata, con lo sciopero nell’ultima ora del primo turno e nella prima ora del secondo turno, che ha permesso ai molti lavoratori che vi hanno aderito di partecipare alla manifestazione e all’assemblea che si è svolta all’ingresso della fabbrica. Lo sciopero è stato dichiarato dalla rappresentanza interna della Fiom che così ha permesso di costruire un più ampio schieramento unitario di risposta all’aggressione padronale.
Ai cancelli della fabbrica si sono così ritrovate alla manifestazione, organizzata in forze dall’USB, alcune centinaia di lavoratori e lavoratrici; oltre ai militanti di questo sindacato di base, presenti anche quelli della CUB, del Cobas di Mirafiori e della Fiom; hanno partecipato al presidio anche i migranti e rifugiati della vicina casa occupata Coen, nonché militanti di Askatasuna e naturalmente di Sinistra Critica.
I manifestanti hanno bloccato la strada davanti alla fabbrica dove transitano moltissimi veicoli industriali tra cui quelli che alimentano il complesso industriale dell’IVECO.
Si è trattato di un primo momento importante di solidarietà a Pino, per la generosità con la quale ha difeso gli interessi dei lavoratori in tutta la sua attività in fabbrica. Un ruolo il suo reso visibile anche dal rapporto umano che sempre traspare con le sue e i suoi compagni di lavoro.
Lo sciopero e la manifestazione hanno espresso la consapevolezza che quello di Pino è solo un episodio della guerra che il padronato ha scatenato contro i lavoratori, per liberarsi di chi coerentemente sta dalla parte degli sfruttati e con loro ne difende gli interessi. La Kuehne Nagel cerca di liberarsi di un rappresentante sindacale non disposto alla complicità col padrone.
Significativa è l’accusa che l’azienda rivolge a Pino per licenziarlo: “nocumento all’immagine dell’azienda”. Una causale che ultimamente ricorre spesso, così farraginosa e indefinita da poterla estendere a molte delle attività che un rappresentante sindacale deve compiere a tutela dei lavoratori. In questo caso, interpellare un ente preposto al controllo delle condizioni di sicurezza e di lavoro in fabbrica, non è stato tollerato dall’azienda che lo ha sanzionato perché lederebbe la sua immagine… Assurdo ma drammaticamente reale!
Il prossimo appuntamento per respingere il licenziamento e chiedere che Pino torni in fabbrica coi suoi compagni di lavoro è venerdì 5 luglio alle ore 10 davanti all’Unione Industriale di Torino.

La lotta continua!

Torino, 3 luglio 2013



Conclusioni Franco Turigliatto, convegno Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact- Sinistra Critica Torino

Convegno, Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact, Intervento di Udry . - Sinistra Critica Torino

Relazione Introduttiva convegno Lavoro e non lavoro al tempo del Fiscal compact - Sinistra Critica Torino

Intervento Eliana Como - Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact - Sinistra Critica Torino

Intervista a Camilla ,militante Svizzera .

Locantore Reddito di Cittadinanza .

Intervento Maresca - Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact - Sinistra Critica Torino

Intervento Moscato - Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact - Sinistra Critica Torino

Intervento Becarelli - Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact - Sinistra Critica Torino

Scarinzi - Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact - Sinistra Critica Torino

Zanetti- lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact- Sinistra Critica Torino

Intervento Papi - Lavoro e non lavoro nell'era del fiscal compact - Sinistra Critica Torino

Intervento Citriniti - Lavoro e non lavoro al tempo del fiscal compact - sinistra critica Torino

martedì 4 giugno 2013

Resoconto del convegno “Lavoro e non lavoro al tempo del Fiscal Compact”

di Sinistra Critica Torino

Il convegno “Lavoro e non lavoro al tempo del Fiscal Compact” organizzato da Sinistra Critica Torino gli scorsi 1 e 2 giugno è stato un successo con la partecipazione di oltre 150 lavoratrici e lavoratori, di Torino e provincia in grandissima parte ma con la partecipazione anche di alcune delegazioni di città del Nord Italia, della Svizzera e la presenza del compagno Ciccio Maresca di Taranto e della compagna e sindacalista Greca Katerina Giannoulia. Molto folta la partecipazione non solo di militanti sindacali della CGIL e della Fiom, ma anche dell’USB e della CUB.
Durante il dibattito svoltosi nell’intera giornata di sabato e nella mattinata di domenica sono intervenuti circa quaranta compagne/i (i video di alcuni degli interventi saranno pubblicati nei prossimi giorni), portando i contributi da molte aziende piemontesi , dai settori del pubblico impiego (scuola, sanità, enti locali, poste), proponendo contributi di analisi sulla situazione della classe lavoratrice (con interventi specifici sulla situazione delle donne, dei giovani precari, dei migranti, dei disabili) e sui temi programmatici quali le nazionalizzazioni, il salario minimo e il reddito garantito.
Il dibattito della prima giornata, (introduzione di A. Alessandria e relazione di N. Simeone), si è concentrato sulla firma del patto sulla rappresentanza tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, avvenuto proprio nella notte precedente l’inizio del convegno, che è stato dettagliatamente illustrato da Giorgio Cremaschi, sottolineando la necessità di costruire un’iniziativa ampia di contestazione da parte dei lavoratori, da affiancare alla campagna contro il Fiscal Compact. Su questi temi sono intervenuti anche Emidia Papi dell’esecutivo nazionale dell’Usb, Cosimo Scarinzi uno dei coordinatori nazionali della Cub, Antonio Citriniti della V lega Mirafiori della Fiom, ed infine una vibrante Eliana Como della Rete 28 aprile.
Alcuni interventi si sono anche soffermati sulla necessità di costruire la rete Ross@ per unificare le battaglie contro l’austerità in un quadro anticapitalista, decisamente alternativo al centrosinistra.
Ha concluso la giornata di sabato l’applauditissimo intervento della compagna Katerina Giannoulia, esponente della piattaforma di sinistra di Syriza, che ha riportato il dibattito interno alla sinistra greca e le mobilitazioni dei lavoratori pubblici – in particolare degli insegnanti – contro le politiche di austerità in Grecia.
Nella seconda giornata è stato presentato e discusso un documento conclusivo di analisi e di proposta politica per la prossima fase. L’economista e militante rivoluzionario Charles-André Udry ha fornito un ampio quadro della crisi capitalistica a livello europeo e del dibattito apertosi anche in Italia sulle necessarie risposte politiche della classe lavoratrice. F. Turigliatto ha svolto le conclusioni finali.